Come scegliere il gestore giusto nei mercati privati
Quali sono i fattori chiave da considerare
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Investire nei mercati privati offre opportunità uniche, ma richiede anche un approccio attento nella selezione dei gestori e dei fondi giusti con cui esporsi a questi asset.
A differenza dei mercati pubblici, dove gli investimenti spesso sono guidati da vincoli di benchmark, o dei fondi passivi, che mirano a eguagliare la performance di uno specifico indice di mercato, i gestori dei mercati privati hanno tipicamente una maggiore libertà nel modo in cui costruiscono i portafogli e perseguono strategie di investimento per allinearsi ai propri obiettivi specifici.
La selezione dei gestori “giusti” è fondamentale, specialmente considerando che può esserci una grande differenza di rendimento tra i migliori e i peggiori (elevata dispersione dei rendimenti).
Nella selezione di un gestore ci sono alcuni fattori chiave da tenere in considerazione.
Track record: sebbene le performance passate non siano un indicatore definitivo del successo futuro, rimangono una componente importante nella valutazione di un gestore. Esaminarne il track record non significa solo analizzare i rendimenti. Ad esempio, è importante considerare come un gestore ha affrontato le recessioni economiche o la volatilità del mercato. Ha dimostrato resilienza e adattabilità?
Inoltre, è utile valutare le sue performance in diversi cicli di mercato per comprenderne la coerenza e la capacità di gestire il rischio. In alcuni casi, il track record potrebbe dover essere ricavato da altre fonti, ad esempio se si tratta del primo fondo di un nuovo gestore, è necessario considerare il track record di strategie adiacenti ed eventualmente se il team di investimento ha lavorato altrove.
Team: occorre verificare quanto sia stato stabile il team di investimento. Il Comitato di gestione ha collaborato insieme per molti anni e può sostenere il track record?
Specializzazione: il focus di un manager in determinati settori, aree geografiche o industrie può essere un fattore decisivo. La sua capacità di individuare le migliori opportunità di investimento spesso dipende dalla sua competenza e dalle reti consolidate in questi ambiti.
Ad esempio, un manager con conoscenze tecniche nelle infrastrutture rinnovabili ha una visione unica e un accesso a opportunità non immediatamente disponibili ad altri, e sarebbe in grado di assicurarsi partnership con fornitori di utility, acquirenti di energia e governi, a livello locale.
Nel contesto del private equity, quando un gestore comprende a fondo un'azienda e può comunicare efficacemente con i suoi proprietari, in particolare con coloro che la gestiscono da generazioni, ha un vantaggio significativo. Questo livello di comprensione può portare ad acquisizioni di maggior successo e a risultati migliori a lungo termine, a differenza dei gestori che si affidano a una comprensione superficiale.
Ciò è particolarmente vero in fasi di mercato difficili. Ad esempio, quando la liquidità nel mercato è scarsa e l'attività di fusioni e acquisizioni (M&A) diminuisce, avere una stretta relazione con un general partner (GP) esperto che ha conoscenze in un determinato settore può portare a migliori accordi con una concorrenza più bassa e una migliore esecuzione.
I gestori che creano soluzioni innovative e su misura per soddisfare gli obiettivi dei clienti possono offrire un vantaggio competitivo, come strategie di investimento personalizzate che si allineano agli obiettivi specifici del cliente e alla diversa propensione al rischio.
Capacità operative: possono determinare l'efficacia nella gestione degli investimenti. Bisogna valutare se il gestore dispone delle infrastrutture e delle risorse necessarie per gestire le complessità del portafoglio. Ad esempio, un gestore con un team operativo dedicato e piattaforme tecnologiche avanzate può supervisionare e ottimizzare in modo efficiente la performance. Ciò include la capacità di perseguire obiettivi di sostenibilità, come investire nella generazione di energia pulita.
Struttura delle commissioni: varia a seconda dell’asset class, della struttura del fondo e della natura del processo di investimento. Ad esempio, alcuni fondi aperti evergreen (semi-liquidi) non applicano commissioni di performance, ma solo commissioni di gestione, che è l'approccio adottato in Schroders Capital per la gamma di fondi semi-liquidi. Questo rende i costi più trasparenti e significa che una performance migliore si accumula in modo esponenziale per gli investitori finali. Inoltre, evita il rischio di pagare una commissione di performance su guadagni non realizzati (performance che non si è concretizzata attraverso un'uscita).
Tuttavia, nelle strategie ad alto rendimento spesso vengono applicate commissioni di performance o un carried interest, sia sulla base di singole operazioni sia in relazione ai rendimenti complessivi del fondo, spesso dopo che è stata superata una soglia di performance predefinita (hurdle o watermark). Gli argomenti a favore di questo approccio si basano sul fatto che può garantire un forte allineamento tra il gestore e l'investitore. Inoltre può fungere da importante meccanismo di fidelizzazione per il team di investimento, poiché i loro incentivi possono essere direttamente collegati ai risultati prodotti dai fondi gestiti. La struttura del carried interest può anche variare tra gestori e fondi e avere soglie diverse.
Cultura della gestione del rischio: è fondamentale comprendere l'approccio di un gestore alla mitigazione del rischio. Come identifica, valuta e gestisce i potenziali rischi all'interno del portafoglio? Ad esempio, un gestore potrebbe utilizzare sofisticati strumenti di valutazione del rischio e stress test per anticipare potenziali sfide. Una solida cultura di gestione del rischio dovrebbe essere evidente nei processi e nelle capacità operative di cui il manager dispone per gestire efficacemente le società o gli asset in portafoglio.
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