Il valore dell'impact investing nel private equity
Il punto di vista di Schroders Capital
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Esistono alcuni miti consolidati e presupposti obsoleti sull'impact investing, gli investimenti in società o asset che mirano a dare un contributo sociale o ambientale positivo e misurabile, oltre a un rendimento finanziario. Probabilmente il più evidente e citato è quello secondo cui l’investimento a impatto richieda all'investitore di rinunciare alla performance a favore dello scopo più ampio. In altre parole, è opinione diffusa che l'impact investing comporti necessariamente l'accettazione di rendimenti inferiori, poiché gli investimenti non hanno come unico obiettivo la creazione di valore.
L'elefante nella stanza
Grazie a un importante nuovo studio, Schroders e la Saïd Business School dell'Università di Oxford hanno dimostrato il potenziale delle strategie a impatto come fonte di alfa e, quindi, come motore di rendimenti positivi. Il documento si basa su dati provenienti da oltre 250 società quotate in borsa che sono state approvate attraverso l’Impact Framework proprietario di Schroders, che sfrutta i 25 anni di esperienza pionieristica del gestore a impatto BlueOrchard e copre oltre un decennio di performance.
Dalla ricerca è emerso che i portafogli a impatto hanno generato rendimenti assoluti e corretti per il rischio solidi e competitivi rispetto a portafogli più ampi e senza vincoli, e hanno anche mostrato una volatilità inferiore e drawdown più contenuti, riducendo così il rischio di ribasso e dimostrando una maggiore stabilità durante le fasi di ribasso del mercato.
Lo studio ha inoltre rilevato che le società con un maggiore allineamento dei ricavi a prodotti e servizi orientati all'impatto (materialità di impatto) hanno generato rendimenti finanziari superiori, suggerendo che l'impatto stesso può essere un motore della performance finanziaria e una fonte di alfa.
Crescita delle strategie a impatto nel private equity
L'impact investing è un fenomeno in crescita nei mercati privati, in particolare nel private equity. Secondo il rapporto “Sizing the Impact Investing Market 2024” del Global Impact Investing Network (GIIN), attualmente a livello globale sono gestiti quasi 1,6 trilioni di dollari di AUM nell'impact investing da oltre 3.900 organizzazioni. Inoltre, secondo il rapporto GIIN “State of the Market 2024”, basato sul suo sondaggio annuale, il 43% di tutte le masse in gestione con strategie a impatto è allocato specificamente nel private equity, rendendolo di gran lunga la più grande asset class per l'impact investing. Un consistente 73% degli intervistati ha detto di avere almeno una parte del proprio patrimonio gestito con strategie a impatto nel private equity.
Dato l'elevato volume di asset a impatto sociale investiti nel private equity, è lecito chiedersi se le tendenze individuate nel documento di Schroders e della Saïd Business School relative alle azioni quotate possano essere osservate anche in relazione agli investimenti privati. La nostra esperienza di investimento e i dati a livello di settore relativi al private equity in generale suggeriscono che è possibile.
Il punto di vista di Schroders Capital
Partendo dai propri portafogli, Schroders Capital ha intrapreso un'analisi volta a identificare tutte le operazioni di coinvestimento diretto in private equity in cui la società sottostante era allineata con uno o più Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Sebbene la maggior parte di queste operazioni sia stata investita prima che Schroders Capital lanciasse la propria strategia di investimento a impatto nel private equity, abbiamo sottoposto ogni asset a un back-test rispetto ai criteri fondamentali del nostro Impact Framework, al fine di fornire una panoramica credibile dei nostri investimenti in private equity orientati all'impatto. È importante sottolineare che si tratta dello stesso universo di riferimento utilizzato da BlueOrchard e Schroders come riferimento per la ricerca della Saïd Business School sulle azioni quotate.
Il nostro set di dati a impatto identificati comprende 118 operazioni, per le quali abbiamo impegnato un totale di 1,8 miliardi di dollari. Dal punto di vista geografico, il set di dati rifletteva da vicino la ripartizione della nostra più ampia piattaforma di private equity, con quasi la metà delle operazioni completate in Europa, poco più di un terzo negli Stati Uniti e il resto in Asia. A livello settoriale, si è registrata una significativa prevalenza dei settori tecnologico e sanitario, che hanno rappresentato quasi i tre quarti (72%) di tutte le operazioni incluse nel set di dati.
Abbiamo quindi valutato i rendimenti del nostro set di dati a impatto in termini annualizzati in base all'anno dell'investimento e li abbiamo confrontati con i rendimenti aggregati a dieci anni forniti da Preqin per i buyout diretti e gli investimenti growth, al fine di fornire un confronto con i rendimenti generati dal mercato del private equity in generale.
In breve, la performance complessiva è stata solida, con un tasso interno di rendimento (TIR) del 21% nel nostro set di dati a impatto, che sale al 30% per le operazioni che sono state almeno parzialmente realizzate (il che significa che abbiamo venduto parte o tutta la nostra esposizione per generare un rendimento) e che coprono 31 operazioni tra il 2014 e il 2021. Questo dato è da confrontare con i rendimenti decennali del settore per gli investimenti buyout e growth, pari rispettivamente al 16,5% e al 13,7%.
Su base annua, e rispetto ai rendimenti del settore, i nostri investimenti a impatto di private equity hanno generalmente sovraperformato, spesso in modo significativo. Gli ultimi anni sono meno rilevanti ai fini del confronto, data la fase iniziale di questi investimenti, ma prevediamo che questa tendenza continuerà con la maturazione dei nostri ultimi investimenti impact.
La prospettiva del private equity
Questa sovraperformance è riscontrabile anche nei dati di settore più generali, a conferma del fatto che si tratta di una tendenza diffusa e non di una dinamica localizzata. Ad esempio, i dati pubblicati nel 2020 da Preqin, basati sui rendimenti di circa 1.700 fondi di private equity con vintage compresi tra il 2010 e il 2017, hanno mostrato che i fondi a impatto e ESG hanno registrato performance in linea con i fondi di private equity senza vincoli, con una performance leggermente superiore da parte dei fondi impact.
È importante sottolineare che questi rendimenti sono stati generati con un livello di volatilità notevolmente inferiore, con una deviazione standard dei rendimenti dei fondi a impatto inferiore al 9%, rispetto a quasi il 12% dei fondi ESG e circa il 17% dei fondi senza vincoli. Naturalmente, è importante sottolineare che il campione di fondi impegnati nell'impatto era significativamente più piccolo rispetto ai campioni di fondi ESG e senza vincoli.
Nel frattempo, uno studio pubblicato nel novembre 2023 da Pensions for Purpose, un'organizzazione britannica che promuove gli investimenti a impatto tra i fondi pensione del Regno Unito, ha rilevato che i fondi di private equity focalizzati sull'impatto hanno sovraperformato i mercati pubblici. Pensions for Purpose ha raccolto i dati di performance di 17 gestori patrimoniali con quasi 19 miliardi di sterline (25 miliardi di dollari) di asset a impatto in gestione, di cui circa il 10% investito in private equity. Ha poi confrontato questi rendimenti con la performance di un benchmark pubblico più ampio, che comprendeva l'intera gamma di società a impatto e non presenti nell'indice.
L'analisi ha mostrato che il TIR netto medio trimestrale tra il primo trimestre del 2014 e il primo trimestre del 2023 per il gruppo di fondi di private equity a impatto è stato dell'1,7%, leggermente superiore al rendimento netto trimestrale dell'indice FTSE All World Index dell'1,6%. Anche in questo caso, la volatilità è risultata inferiore, con una dispersione delle performance più ridotta e una deviazione standard media del 3,5%, rispetto all'8% dei mercati pubblici.
I vantaggi dell'impact investing nel private equity
I dati di settore forniscono prove convincenti del fatto che i rendimenti dell'impact investing nel private equity sono quantomeno competitivi, e in alcuni casi superiori, ai rendimenti del mercato più ampio. Esistono inoltre evidenze che la performance relativa al mercato varia di anno in anno, a sostegno dell'idea che esistono fattori di rendimento differenziati per gli investimenti a impatto.
Allo stesso tempo, i dati dimostrano anche che i rendimenti degli investimenti a impatto sono complessivamente molto meno volatili rispetto ai rendimenti del mercato in generale. Ciò può sembrare inizialmente controintuitivo, dato che questi investimenti sono altamente vincolati, ma è altrettanto vero che gli investimenti a impatto sono altamente selettivi e gestiti attivamente, con una propensione verso settori e temi in linea con i megatrend di lungo termine, come la transizione energetica globale.
Naturalmente, siamo consapevoli che le nostre osservazioni e la nostra esperienza di investimento come investitori attivi nel private equity e nell'impact investing, in partnership con BlueOrchard, sono lungi dal qualificare questo studio come universale, poiché non tutti gli investimenti a impatto sono uguali. Tuttavia, se considerati insieme allo studio sul mercato pubblico, questi risultati mettono in discussione i miti persistenti relativi ai presunti compromessi finanziari degli investimenti a impatto. Questi ultimi possono invece essere visti come un potenziale motore di rendimenti positivi, resilienza del portafoglio ed efficienza.
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