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Come incoraggiamo le aziende statunitensi a offrire congedi per malattia retribuiti

Il benessere dei dipendenti è essenziale per attrarre e mantenere persone di talento. Negli Stati Uniti molti lavoratori dei settori vendite al dettaglio e servizi non dispongono di congedi retribuiti per malattia, ecco perché abbiamo avviato un’attività di engagement specifica presso le aziende USA.

03/03/2023
sick pay engagement

Autori

Katie Frame
Active Ownership Manager ESG
Lucy Larner
Engagement Associate
Marina Severinovsky
Head of Sustainability, North America

La gestione del personale è per noi uno dei principali temi di engagement perché potrebbe influire sul valore a lungo termine delle società in cui investiamo.

I dipendenti contribuiscono a incrementare il vantaggio competitivo dell’azienda per cui lavorano. Le società che investono nella forza lavoro hanno la possibilità di attrarre, trattenere e far crescere i dipendenti più capaci e dotati.

Noi invitiamo i datori di lavoro a tenere in debita considerazione indennizzi e benefit, nonché a occuparsi della salute fisica e mentale dei propri dipendenti. Affrontiamo quindi anche la questione dei congedi per malattia retribuiti, soprattutto presso le società USA attive nelle vendite al dettaglio e nei servizi, affinché garantisaono un sufficiente numero di ore all’anno a tutti i dipendenti.

Nell'intervista che segue, Katie Frame, Social Engagement Lead at Schroders, Lucy Larner, Engagement Associate, Marina Severinovsky, Head of Sustainability North America, e Simone Geldenhuys, Global Sector Specialist, spiegano perché il congedo per malattia retribuito è un tema caldo, quali ricerche hanno fatto per conoscere le politiche aziendali, come è cambiato l’approccio dopo la pandemia e quali sono le sfide e le opportunità più importanti.

Date le molteplici problematiche sociali che interessano le società statunitensi, perché concentrarsi proprio sul congedo per malattia retribuito? E perché è importante affrontare adesso questa questione?

Katie Frame (KF): “Dei 38 Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), gli Stati Uniti sono uno dei due che non hanno leggi nazionali sul congedo per malattia.

“La pandemia di Covid-19 ha messo in evidenza la questione del congedo per malattia retribuito, poiché in base alle norme sull’autoisolamento i dipendenti malati o entrati in contatto con persone che avevano contratto il virus erano tenuti a restare a casa.

“Molte società sono state invitate a pagare i dipendenti malati o ad adottare politiche per i congedi per malattia retribuiti. Noi abbiamo avviato un dialogo con le aziende dei settori vendite al dettaglio e servizi per capire in che termini avevano modificato le rispettive politiche dopo la pandemia, che cosa hanno imparato dalla vicenda e a che punto sono ora.

Marina Severinovsky (MS): “Siamo di fronte a un vero e proprio cambio di paradigma nelle dinamiche demografiche e culturali globali e le aziende dovranno necessariamente fare valutazioni precise sulle politiche che riguardano la forza lavoro.

Simone Geldenhuys (SG): “Negli Stati Uniti aumentano le proposte di legge volte a proteggere i diritti e la retribuzione dei lavoratori. Ad esempio, il FAST Act proposto a settembre 2022 in California mirava a un incremento del salario minimo per i lavoratori del settore ristorazione. Si potrebbe dire che le società che già corrispondono stipendi superiori al livello proposto godono di maggior considerazione da parte degli investitori rispetto a quelle che per conseguire simili risultati potrebbero dover subire un calo dei margini.

Su quali tipi di società vi siete concentrati e quali domande avete posto?

KF: “Ci siamo rivolti principalmente alle società statunitensi attive nei servizi e nelle vendite al dettaglio perché tali settori sono da sempre meno propensi a retribuire i congedi per malattia. Ad esempio, secondo Pew Research Center, nel 2019 il 36% dei lavoratori del settore vendite al dettaglio non godeva di alcun congedo per malattia retribuito.

“Ecco alcune delle domande che abbiamo posto:

  • “I congedi per malattia o per motivi familiari sono retribuiti per tutti i dipendenti?”,
  • "Vi confrontate con i dipendenti per capire quali benefit apprezzano di più?”,
  • “I vostri benefit sono allineati ai valori aziendali?” e
  • “Vi confrontate con gli azionisti in merito all’offerta dei benefit aziendali?”

Che vantaggi offre il congedo per malattia retribuito al datore di lavoro? I benefit per il personale contribuiscono al risultato aziendale?

KF: “I datori di lavoro possono trarre vantaggi in termini di maggiore produttività, minor avvicendamento del personale e prevenzione delle malattie sul luogo di lavoro”.

MS: “Dal momento che le dinamiche demografiche evolvono, aggravando la carenza di forza lavoro, probabilmente le società che offrono benefit utili per trattenere i dipendenti e creare una cultura di maggiore produttività beneficeranno di concreti vantaggi finanziari”.

SG: “La nostra attività di engagement insegna che, nel lungo periodo, gli investimenti in stipendi e benefit possono motivare enormemente la forza lavoro e ridurre l’avvicendamento dei dipendenti. In definitiva, crediamo che questi risultati abbiano un effetto positivo su fatturato e quota di mercato di una società”.

Ritenete che la situazione sia cambiata dopo la crisi da Covid-19, oppure le aziende stanno tornando alle politiche pre pandemia?

MS: “Dopo l’esperienza del Covid nessuno è tornato ai vecchi schemi. La tolleranza o la propensione in termini di sacrifici per il lavoro è decisamente diminuita. Questa tendenza interessa vari aspetti, dagli accordi sul lavoro flessibile all’allineamento dei valori personali a quelli dell’azienda per cui si lavora.

Lucy Larner (LL): “Alcune società hanno modificato le politiche sul congedo per malattia retribuito dopo aver constatato i vantaggi che possono derivarne per i lavoratori e per tutta l’azienda. Altre hanno in essere politiche magari meno generose che ai tempi del Covid-19, ma consentono comunque ai lavoratori dei giorni di congedo retribuito”.

Che cosa pensate dei congedi per malattia retribuiti?

LL: “Riteniamo che i vantaggi superino i costi; inoltre i datori di lavoro che consentono ai dipendenti di restare a casa quando sono malati mandano ai lavoratori un segnale importante in merito alla priorità data alla loro salute e al loro benessere.

“Le assenze non programmate possono inficiare l’operatività giornaliera di un’azienda. I congedi per malattia retribuiti contribuiscono a prevenire la diffusione delle malattie tra i lavoratori, quindi concorrono al mantenimento della normale operatività aziendale e in ultima analisi a una riduzione dei costi. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Occupational Environmental Medicine, retribuendo i congedi per malattia, i datori di lavoro potrebbero risparmiare sino a $1,88 miliardi in costi associati all’assenteismo”.

Avete raccolto qualche aneddoto interessante durante la vostra intensa attività di engagement?

LL: “Un rivenditore di prodotti per il fai da te sosteneva che i dipendenti sono tre volte meno propensi a lasciare l’azienda quando utilizzano i benefit aziendali. La società aveva migliorato la propria politica prevedendo dei giorni di malattia pagati per i lavoratori part time”.

Alla luce dei vantaggi citati, perché tante aziende non concedono congedi per malattia retribuiti? Quali sono gli ostacoli più rilevanti?

LL: “Spesso constatiamo che le società danno priorità ad altri benefit, come un aumento di stipendio o la possibilità di avanzamento di carriera. Riteniamo si tratti di opportunità importanti, tuttavia invitiamo le società a considerare che tali benefit non debbano precluderne altri.

“Data l’attuale carenza di forza lavoro – particolarmente grave nei settori delle vendite al dettaglio e dei servizi – le aziende a corto di personale potrebbero essere riluttanti a concedere ai dipendenti dei giorni di riposo. Secondo noi invece le società che garantiscono dei giorni di malattia pagati dimostrano interesse per il benessere dei dipendenti, una caratteristica che aumenta la disponibilità del lavoratore a restare in azienda e previene la diffusione delle malattie sul luogo di lavoro.

“Un altro problema riguarda la differenza di trattamento in termini di congedi per malattia tra i lavoratori part time e i lavoratori full time. La nostra attività di engagement mira a favorire la concessione di congedi per malattia anche ai lavoratori a tempo parziale”.

Quali saranno i prossimi passi? Come intendete influenzare le società che retribuiscono i congedi per malattia e quali aspettative avete in merito alle prossime votazioni alle assemblee degli azionisti?

LL: “Dopo l’attività di engagement a tappeto svolta nel 2022 continueremo a dialogare con le società che non hanno fatto progressi in questo ambito. Continueremo a monitorare l’evoluzione delle politiche delle società che hanno deluso le nostre aspettative e a sostenere l’importanza dei congedi per malattia retribuiti. 

“Inoltre esamineremo le proposte degli azionisti su questo tema e voteremo a favore di quelle che a nostro avviso giovano tanto all’azienda quanto ai suoi stakeholder e azionisti”.

MS: “Le risoluzioni che interessano la forza lavoro, e rientrano quindi nel tema della gestione del capitale umano, saranno particolarmente rilevanti quest’anno poiché il mercato del lavoro è estremanente compatto ed è molto importante trattenere e assumere persone di talento. Lo scorso anno ci sono state parecchie risoluzioni riguardanti i congedi per malattia retribuiti, un tema da rivalutare nell’era post-Covid. Stiamo cercando di capire l’evoluzione dell’approccio aziendale ai benefit volti a migliorare il benessere e la produttività dei dipendenti. Un’altra questione riguarda il costo della vita. Presteremo particolare attenzione ai compensi dei dirigenti e cercheremo di promuovere un allineamento nel trattamento della forza lavoro e della dirigenza”.

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