L'azionario globale si configura come la scelta preferita dagli investitori alla ricerca di rendimento
È quanto emerge dalla ricerca Global Investor Insights 2025 di Schroders
In uno scenario di volatilità diffusa, gli investitori professionali sono sempre più orientati a individuare opportunità selettive di rendimento sia nei mercati pubblici sia in quelli privati. L’azionario quotato (46%) e il private equity (45%) emergono come le asset class più promettenti per la generazione di rendimento. È quanto emerge dal sondaggio Global Investor Insights Survey (GIIS) di Schroders che ha coinvolto circa 1.000 investitori istituzionali e wealth manager a livello globale, per un totale di 67.000 miliardi di dollari di asset in gestione.
Leggi i risultati completi in inglese della ricerca Schroders Global Investor Insights 2025
Questo risultato arriva nonostante la volatilità del mercato azionario sperimentata durante il periodo dell'indagine, con ricerche sul campo che si sono svolte ad aprile e maggio 2025 sulla scia degli annunci tariffari del "Giorno della Liberazione".
I risultati dell'indagine indicano un senso di cauto ottimismo tra gli investitori globali. Mentre il 41% pensa di mantenere l'attuale esposizione al rischio, il 21% la sta aumentando, indicando un cambiamento misurato nel sentiment piuttosto che nell'inerzia. Per gli investitori alla ricerca di rendimenti nei prossimi 12-18 mesi, le azioni emergono come asset class di elezione.
Alex Tedder, CIO Equities di Schroders, ha dichiarato: "In un mercato tutt'altro che prevedibile, gli investitori si rivolgono a ciò che conoscono: le azioni pubbliche. Non per abitudine, ma perché offrono l'agilità e la portata globale necessarie per gestire la complessità e puntare a ottenere performance".
Preferenza per le azioni globali in un contesto di diversificazione dagli Stati Uniti
Tra gli intervistati che preferiscono le azioni pubbliche per il potenziale di rendimento, le azioni globali sono le preferite, con il 51% che afferma di ritenere che genereranno i rendimenti più elevati. Ciò suggerisce un orientamento verso un'esposizione azionaria diversificata a livello globale, dopo un periodo prolungato in cui gli Stati Uniti sono stati la forza dominante dei mercati azionari globali.
Tra coloro che preferiscono approcci regionali (29%), l'Europa e l'APAC sono le prime scelte. Gli Stati Uniti non sono del tutto esclusi, con il 30% che li cita ancora come preferenza regionale.
Questi risultati potrebbero riflettere gli shock di mercato a cui si è assistito finora quest'anno. Le perturbazioni tariffarie sono il tema attuale, ma gli investitori potrebbero non aver dimenticato la volatilità di gennaio causata dalla cinese DeepSeek e la sfida che il suo modello di intelligenza artificiale (AI) a basso costo pone ai leader del mercato statunitense.
Entrambi i casi sono serviti da campanello d'allarme per gli investitori che si erano abituati alla leadership del mercato statunitense e, in particolare, al fatto che i titoli tecnologici americani a grande capitalizzazione fossero la fonte di rendimento più affidabile.
Nel frattempo, gli eventi verificatisi in altre parte del mondo hanno riacceso l'interesse degli investitori per alcune aree precedentemente trascurate. Ad esempio, i mercati azionari europei hanno ricevuto una spinta dai piani di investimento del nuovo governo tedesco.
Alex Tedder, CIO Equities, ha dichiarato: "L'unica scommessa da fare negli ultimi dieci anni è stata quella di detenere gli Stati Uniti nei portafogli. Ora, invece, se l'Europa e l'Asia stanno migliorando in modo incrementale (certamente partendo da una base bassa) e gli Stati Uniti stanno peggiorando progressivamente, allora i flussi di asset sottostanti continueranno a spostarsi verso quelle regioni".
Gli approcci attivi sono favoriti in un contesto di preoccupazione per la concetrazione degli indici
Tra gli investitori focalizzati sulle azioni quotate, il 53% a livello globale predilige strategie attive per massimizzare il potenziale di rendimento, a fronte di un 37% che preferisce approcci misti e un modesto 10% che continua a preferire approcci passivi. Le azioni attive sono sempre più apprezzate per la loro capacità di gestire i rischi di concentrazione; infatti, solo il 5,5% degli investitori ha dichiarato di non essere preoccupato per tali rischi.
Tra coloro che sono preoccupati, il 74% cita la concentrazione del mercato azionario statunitense come preoccupazione dominante, probabilmente riflettendo l'ansia per l'impatto sproporzionato di pochi titoli tecnologici a grande capitalizzazione.
La sovraperformance degli Stati Uniti nell'ultimo decennio ha fatto sì che il loro peso aumentasse notevolmente nei principali benchmark azionari globali (attualmente il 72% dell'indice MSCI World). Gli investitori passivi che seguono questi benchmark possono trovarsi ad avere un'elevata esposizione agli Stati Uniti e ad alcuni titoli a grande capitalizzazione all'interno degli Stati Uniti, ma non hanno l'esposizione ai potenziali miglioramenti in altre aree come l'Europa.
Le strategie azionarie globali a gestione attiva, in grado di cogliere le opportunità ovunque si trovino, sono un modo per evitare questo rischio di concentrazione.
La crescente convinzione nella diversificazione globale è sottolineata dalle preferenze relative alla capitalizzazione di mercato. Le esposizioni large cap sono percepite come i motori di rendimento più resilienti, con il 57%, ma le mid cap non sono molto indietro, con il 51%. Anche in questo caso, ciò suggerisce che gli investitori stanno cercando di abbandonare le mega cap statunitensi, che hanno funzionato così bene negli ultimi anni per orientarsi verso un'esposizione attiva in tutto lo spettro della capitalizzazione di mercato.
Alex Tedder, CIO Equities, ha aggiunto: "In un panorama d'investimento sempre più complesso, è chiaro che gli investitori globali vedono ancora le azioni quotate come una fonte interessante di rendimento a lungo termine. La loro rinnovata fiducia, che si riflette in un maggiore interesse per le strategie attive, dimostra il ruolo fondamentale di una gestione azionaria agile e lungimirante nella gestione dei rischi di concentrazione e nella capitalizzazione dei trend di crescita".
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