Gli investitori si orientano verso la gestione attiva in un contesto di crescente volatilità geopolitica
Con l'aumento dell'incertezza, la priorità principale nei prossimi 18 mesi per gli investitori è la resilienza del portafoglio.
In un contesto caratterizzato da crescente incertezza economica e volatilità dei mercati, il 75% degli investitori professionali riconoscono il valore della gestione attiva nel rafforzare la resilienza dei portafogli e cogliere opportunità selettive. Una percentuale ancora maggiore – quattro su cinque – afferma che aumenterà gli investimenti in strategie attive nei prossimi 12 mesi. È quanto emerge dal sondaggio Global Investor Insights Survey (GIIS) di Schroders che ha coinvolto circa 1.000 investitori istituzionali e wealth manager a livello globale, per un totale di 67.000 miliardi di dollari di asset in gestione. Gli investitori professionali di tutto il mondo hanno colto il cambiamento del sentiment di mercato verificatosi nella prima metà del 2025, innescato in gran parte dagli annunci di politica commerciale degli Stati Uniti.
Leggi i risultati completi in inglese della ricerca Schroders Global Investor Insights Survey 2025
Il sondaggio è stato condotto a partire da metà aprile, due settimane dopo il cosiddetto "Giorno della Liberazione" del presidente Trump, in cui sono state dichiarate le politiche tariffarie iniziali degli Stati Uniti. In risposta, i mercati sono scesi bruscamente.
La politica commerciale globale è la principale preoccupazione degli investitori, ma anche crescita economica e tassi d'interesse sono sotto osservazione
Agli investitori è stato chiesto di valutare le loro maggiori preoccupazioni su una scala da uno a quattro. Quasi due terzi degli intervistati (63%) ha citato la politica commerciale e tariffaria degli Stati Uniti come la principale preoccupazione.
Dopo i dazi, le successive tre aree di preoccupazione - recessione economica, inflazione più elevata e tassi di interesse più elevati - sono state sostanzialmente uguali in classifica.
Questo si collega a un'altra importante fonte di volatilità dei mercati finanziari nella prima metà del 2025: le domande sulla sostenibilità del debito nazionale per le principali economie globali, tra cui Stati Uniti, Giappone e altri paesi del G7.
L'aumento dei tassi di interesse sta spingendo verso l'alto i costi del debito delle maggiori economie mondiali. Una crescita economica più debole probabilmente peggiorerebbe questa posizione. Di conseguenza, i mercati obbligazionari hanno registrato una certa volatilità e i risultati dell'indagine suggeriscono che gli investitori prevedono una maggiore incertezza correlata in futuro.
Alla domanda di classificare la propria valutazione della volatilità odierna rispetto ai precedenti shock di mercato, un intervistato su quattro ha dichiarato di aspettarsi una maggiore volatilità nei prossimi 12 mesi rispetto all'epidemia di COVID-19 e alla crisi finanziaria globale del 2008.
La volatilità ha messo in luce il pericolo della concentrazione del mercato
Per quanto riguarda i titoli azionari pubblici, la volatilità scatenata dagli annunci dei dazi statunitensi in aprile è stato uno sgradito promemoria che i mercati sono diventati sempre più concentrati sulle azioni statunitensi, e in particolare sulle gigantesche società tecnologiche americane. All'inizio di quest'anno gli indici globali, come l'MSCI World, comprendevano oltre il 70% di azioni statunitensi.
Alla domanda su quali indici presentassero il maggior rischio di concentrazione, i tre quarti degli investitori (74%) hanno citato l'indice statunitense S&P500. L'indice globale MSCI World è risultato il secondo più preoccupante, probabilmente a causa della sua estrema inclinazione verso gli Stati Uniti.
Di fronte a questi fattori di rischio, gli investitori desiderano rendere i portafogli più resilienti
Data la volatilità e i rischi percepiti dagli investitori, la priorità principale nei prossimi 18 mesi è la resilienza del portafoglio. È questa la posizione del 55% degli investitori professionali globali, prima ancora della generazione di rendimento e reddito.
La "resilienza del portafoglio" non deve essere confusa con l'avversione al rischio. La maggior parte degli investitori (62%) afferma di voler mantenere o aumentare la propria propensione al rischio nell'ambiente attuale. Ciò suggerisce che molti vedono opportunità e rischi nell'attuale contesto di mercato.
La resilienza del portafoglio è associata a strategie di investimento attive e a un mix di asset sia quotati che privati
Quattro investitori professionali su cinque a livello globale sono propensi ad aumentare nei prossimi 12 mesi l’utilizzo di strategie di investimento attive. Ciò è collegato ad altri risultati in cui gli investitori ritengono che la gestione attiva sia più adatta a navigare con successo in un periodo più complesso dei mercati rispetto a un approccio passivo di replica dell'indice.
Quando è stato chiesto di identificare quali aspetti della gestione attiva esercitassero maggiore attrattiva, gli intervistati hanno citato una serie di fattori, primo fra tutti la capacità di catturare i rendimenti ovunque essi si presentino. La resilienza del portafoglio è stata la seconda caratteristica più apprezzata.
La gestione attiva è stata inoltre ritenuta in grado di apportare "una profonda conoscenza specialistica".
Johanna Kyrklund, CIO del Gruppo Schroders, ha dichiarato: "I mercati finanziari stanno ancora adattandosi a un regime di tassi strutturalmente più elevati, spesso reso più complesso dagli alti livelli di indebitamento. Questo sta spingendo a riconsiderare le dinamiche di mercato future e la validità degli approcci passivi in un contesto dominato dall’incertezza".
Se l'elevato livello di fiducia negli investimenti a gestione attiva è stato uno dei temi di spicco del sondaggio di quest'anno, lo è stato anche l'alto grado di interesse per l'utilizzo di un mix di asset pubblici e privati.
Alla domanda su quali fossero le due classi di attivi da utilizzare per accedere alle migliori opportunità di rendimento, il 46% ha citato le azioni quotate e il 45% le azioni private. È interessante notare che la terza classe di attivi citata (dal 40%) è un'altra categoria del mercato privato: il debito privato e le alternative di credito (PDCA).
Anche in questo caso, quando si tratta di generare reddito, i PDCA sono una priorità, con oltre il 40% degli investitori istituzionali e dei wealth gatekeeper che guardano a questi asset per soddisfare le loro esigenze di reddito. Le azioni quotate in borsa ad alto rendimento e le obbligazioni quotate in borsa si sono piazzate al secondo e terzo posto.
"La possibilità di accedere a un reddito diversificato e flessibile attraverso l'ampio universo della finanza cartolarizzata e garantita da attività offre agli investitori una preziosa estensione della gamma di strumenti del reddito fisso" ha dichiarato Michelle Russell-Dowe, Co-Head di Schroders Capital, Private Debt and Credit Alternatives.
Leggi i risultati completi in inglese della ricerca Schroders Global Investor Insights 2025
Concediti il vantaggio attivo. Che si tratti di rendere un portafoglio resiliente, cercare opportunità di rendimento, generare reddito o decarbonizzare gli investimenti, ti offriamo una prospettiva più ampia per aiutarti a rimanere un passo avanti. Scopri di più sulla nostra visione attiva: Cosa facciamo - Schroders
Argomenti