Azionario globale: ecco perché il 2025 sarà l’anno degli stock picker
Le potenziali fonti di inefficienza di mercato pronte per essere sfruttate dagli stock picker attivi
Autori
Valutazioni elevate, convergenza tra l’andamento degli utili delle “Magnifiche 7” e il resto del panorama azionario globale, incertezza geopolitica: sono tutte potenziali fonti di inefficienza di mercato pronte per essere sfruttate dagli stock picker attivi.
Tre ragioni per scegliere la gestione attiva oggi
Lukas Kamblevicius: Sappiamo tutti che gli investimenti passivi rappresentano un modo a basso costo per avere esposizione ai mercati azionari, il che tende a funzionare bene in un contesto di mercato “calmo” e ben direzionato. In una fase come quella attuale, invece, vale la pena considerare un approccio attivo. I multipli di valutazione sono piuttosto elevati, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in altre aree. Nel frattempo, la concentrazione degli indici sta aumentando in diverse regioni e la volatilità è aumentata. Combinando tutte e tre queste componenti, la gestione del rischio e la capacità di spostarsi da segmenti più concentrati e più cari verso altre aree del mercato potrebbero rappresentare un approccio prudente. Riteniamo che sarà necessario un approccio attivo per gestire questi rischi.
Le Magnifiche 7 corrono rischi a breve termine
Alex Tedder: Le Magnifiche 7 non sono un gruppo omogeneo: ognuna opera in modo molto diverso, così come hanno prodotti e priorità differenti. Microsoft non è Apple o Amazon; Google non è Meta; Nvidia non è Tesla. Tuttavia, queste società hanno un denominatore comune: l'intelligenza artificiale (AI). Condividono l'interesse a far progredire le loro piattaforme attraverso l'impiego di modelli di intelligenza artificiale generativa, rivoluzionando essenzialmente il processo di interazione tra esseri umani e computer. L'ottimismo sulle implicazioni di questa rivoluzione ha influenzato in modo significativo i prezzi delle loro azioni, fornendo un driver di performance comune nonostante le variazioni nelle rispettive attività.
A questo punto la domanda chiave è: gli investitori sono in anticipo sui tempi? Sono troppo entusiasti del tema dell'IA e non pensano alla difficoltà di tradurre concretamente questa nuova tecnologia in dollari? Ciò è rilevante perché si stanno insinuando dei dubbi, in particolare sull'idea che queste aziende stiano spendendo molto per l'IA, ma che i benefici a breve termine, in termini di ricavi e profitti, siano in realtà molto limitati. Si tratta di una preoccupazione legittima. Il potenziale strutturale dell'IA è chiaramente enorme, ma in realtà nel breve termine in alcuni momenti potremmo assistere a una grande delusione. Le nuove tecnologie raramente si diffondono in linea retta: richiedono tempo per essere costruite e ci sono inevitabilmente dei rallentamenti lungo il percorso. Questo è il punto in cui ci troviamo ora: un periodo di consolidamento, che forse si tradurrà in una delusione nel corso dell'anno, se la domanda di infrastrutture per l'IA (semiconduttori, apparecchiature di rete) inizierà a diminuire.
Scegliere la strada più difficile per avere successo
Nick Kirrage: Abbiamo assistito a un periodo storico difficile per molti gestori attivi, data l'ascesa degli investimenti passivi. I prodotti più economici - quelli che acquistano tutti gli stessi titoli - sono anche quelli che in molti casi hanno generato guadagni maggiori. In realtà, molti di noi sanno che la vita non è così facile. Sul lungo termine, la scelta più difficile, la strada più complessa, il lavoro più duro, è tipicamente il modo per avere successo, in tutti gli ambiti della vita. Questa regola vale anche per gli investimenti. E noi, in quanto investitori attivi, abbiamo il compito di far valere questo punto e di dimostrarlo con i nostri rendimenti.
Mercati concentrati - opportunità e sfide
Alex Tedder: Abbiamo detenuto in portafoglio alcuni dei grandi nomi del settore tecnologico, per la convinzione in quello che fanno, nei loro modelli di business e nella loro capacità di sostenere la crescita per periodi di tempo piuttosto lunghi. Tutto ciò si è rivelato molto positivo e, dal punto di vista dello stile, il contesto è stato di supporto, dato che queste società sono cresciute molto. Ma questo contesto può continuare? Su base storica, quasi certamente no. Quando si arriva a questo grado di concentrazione, che attualmente vede una manciata di titoli rappresentare più del 30% del mercato statunitense, storicamente il mercato si è sempre allargato e le società molto grandi, nel complesso, hanno performato peggio in termini relativi. Alcune di esse potrebbero continuare ad avanzare, ma la legge dei grandi numeri impone che altre faranno fatica a sostenere la crescita e potrebbero iniziare a rallentare. Probabilmente stiamo entrando in questa fase. Dato che molte aree del mercato azionario sono state trascurate in un contesto di euforia per la rivoluzione dell'intelligenza artificiale, l'allargamento rappresenta un'opportunità per i gestori attivi.
Il tema dell'IA dalla prospettiva “value”
Nick Kirrage: Probabilmente l'IA diventerà endemica e, man mano che cresce, diventerà una parte sempre più importante delle nostre vite. Ma accanto a questi passi da gigante, c'è anche un enorme clamore. Cercare di separare queste cose credo sia molto importante. Penso all'anno scorso, quando l’hype intorno a Nvidia era all’apice. Come investitori value, non avremmo comprato Nvidia a quei livelli, cercando altri modi per ottenere rendimenti simili. L'anno scorso l'abbiamo fatto acquistando un titolo chiamato Hon Hai, altrimenti noto come Foxconn, uno dei maggiori produttori di chip di Nvidia. Il titolo ha beneficiato del vento di coda di Nvidia, ma era molto economico e poco considerato dagli investitori.
Autori
Argomenti