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Crollo della sterlina: le implicazioni per i mercati e i tassi britannici

Quali conseguenze dobbiamo aspettarci

07/10/2022
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Autori

Simon Keane
Equities Specialist

Lunedì 26 settembre la sterlina ha temporaneamente toccato il minimo storico contro il dollaro USA, attestandosi a 1,035 dollari. Ciò è avvenuto in parte a causa delle preoccupazioni per il "mini budget" del nuovo Cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng annunciato il 23 settembre, ma fa seguito a un'estate di incertezza politica dopo le dimissioni dell'ex primo ministro Boris Johnson.

Le stesse preoccupazioni che hanno contribuito alla debolezza della valuta si sono riflesse anche sul mercato obbligazionario britannico, dove i prezzi delle obbligazioni emesse dal Regno Unito hanno subito un forte calo, facendo salire i rendimenti. Anche in questo caso, tali movimenti vanno visti nel contesto di sviluppi più ampi, che quest'anno hanno pesato sui prezzi delle obbligazioni in molti Paesi sviluppati.

La view sul fronte obbligazionario

Paul Grainger, Head of Global Fixed Income and Currency, Schroders:

"La fiducia degli investitori è stata chiaramente stravolta e una serie di notizie negative sono state prezzate negli asset britannici.

In questo momento, il mercato dei Gilt offre le migliori valutazioni da molti anni a questa parte. Tuttavia, è ancora troppo presto per acquistare titoli di Stato britannici, data la mancanza di visibilità su un piano fiscale chiaro e credibile e l'incertezza sulla reazione della Bank of England.

L'altra parte dell'equazione è la valuta: la perdita di fiducia e l'assenza di finanziamenti per il piano fiscale hanno fatto crollare la sterlina in modo significativo. In molti sui mercati chiedono che la sterlina raggiunga la parità, o un livello inferiore, rispetto al dollaro USA.

Nel team fixed income abbiamo avuto una view negativa sulla sterlina per la maggior parte dell'anno, a causa delle preoccupazioni più in generale sull'economia del Regno Unito.

È probabile che l'incertezza rimanga elevata. È necessario che il governo e la BoE presentino piani credibili a medio termine, che diano fiducia ai mercati su inflazione, crescita e dinamica fiscale. Se ciò avverrà, il reddito fisso britannico sarà un luogo interessante per allocare il capitale, così come la valuta".

La view sul fronte multi-asset

Remi Olu-Pitan, Head of Multi-Asset Growth and Income Strategies, Schroders:

"È molto allettante pensare di acquistare asset britannici, visto che sono diventati molto più convenienti. Tuttavia, la combinazione di spese fiscali non finanziate o finanziate da un maggiore indebitamento è preoccupante.

Al momento gli investitori hanno bisogno di maggiore fiducia, ed è compito sia della BoE che del governo dissipare molti di questi timori. Fino ad allora, gli investitori chiederanno un premio di rischio più elevato per detenere gli asset britannici, e ciò comporterà un ulteriore indebolimento della sterlina o un ulteriore aumento dei rendimenti dei titoli di Stato. Di conseguenza, gli asset potrebbero diventare ancora più convenienti in una prima fase.

Abbiamo assistito a una perdita di credibilità ed è necessario che succeda qualcosa affinché gli investitori internazionali tornino ad avere la fiducia necessaria per investire in questi asset a basso costo".

Le conseguenze per i tassi di interesse britannici

Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist, Schroders:

"C'è il timore che la BoE non andrà avanti con quanto pianificato e non seguirà le indicazioni del mercato, ovvero alzare i tassi al 5,25% entro la metà del prossimo anno e al 5,5% entro la fine del 2023. Gli acquirenti internazionali di Gilt chiedono tassi più alti per compensare quello che ora considerano un rischio maggiore di concedere prestiti al governo.

Se ne avrà la possibilità, sospetto che la Bank of England eviterà di intervenire con rialzi di emergenza dei tassi, viste le sue esperienze passate di intervento sulla valuta, come il "mercoledì nero" del 1992, quando il Regno Unito fu costretto a ritirarsi dal Meccanismo europeo di cambio a seguito di un crollo della sterlina. Tuttavia, la Banca Centrale potrebbe rilasciare dichiarazioni più aggressive - che alludono a ulteriori rialzi dei tassi - da qui al prossimo Monetary Policy Committee di novembre".

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Le conseguenze per le aziende britanniche Sue Noffke, Head of UK Equities, Schroders:

"Dobbiamo considerare insieme valuta, tassi di interesse, rendimenti obbligazionari e crescita economica. I pacchetti energetici del governo dovrebbero attutire l'impatto su famiglie e imprese e ridurre il tasso di inflazione rispetto a quello che sarebbe stato senza questi interventi.

Tali misure e l'annullamento degli aumenti delle imposte sulle società previsti per aprile 2023 implicano che il PIL del Regno Unito dovrebbe registrare un aumento, che si tradurrà in un miglioramento degli utili per le aziende che non hanno problemi di indebitamento o di costi di input legati alla valuta. Tra queste potrebbero essere escluse le società di vendita al dettaglio e immobiliari, svantaggiate a causa del calo della sterlina nel caso delle prime e dell'aumento dei tassi di interesse nel caso delle seconde.

Esistono dei ritardi nel sistema che potrebbero contribuire ad attenuare il colpo immediato. Le aziende che importano beni, sia che si tratti di prodotti finiti come l'elettronica di consumo, l'abbigliamento e i prodotti alimentari, sia che si tratti di componenti, come le parti di veicoli da assemblare nel Regno Unito, hanno metodi finanziari per proteggersi. A breve termine, i movimenti negativi dei tassi di cambio possono essere compensati, in particolare attraverso la copertura valutaria.

In ogni caso, tutte queste sfide si risolveranno ad un certo punto e noi continuiamo a concentrarci sulle prospettive fondamentali a lungo termine delle aziende.

Nel frattempo, le società quotate, e in particolare quelle che compongono il FTSE 100, traggono i propri guadagni principalmente all'estero e quindi i loro profitti, dividendi, ricavi e valutazioni potrebbero potenzialmente beneficiare del calo della sterlina".

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