Dove trovare opportunità in uno scenario di stagflazione
Guardare oltre le turbolenze di breve termine

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Il 2022 è stato un anno difficile per l'azionario. Il conflitto in Ucraina ha provocato un'impennata dei prezzi dell'energia e delle materie prime, un crollo del mercato azionario globale e un'elevata volatilità. La recessione appare probabile, in Europa e forse anche negli Stati Uniti. Aumenta anche il rischio di un periodo prolungato di "stagflazione".
Che l'esito finale sia di recessione o stagflazione, le implicazioni per gli utili aziendali sono negative. È probabile che i margini si riducano nei prossimi mesi. In questo contesto, la nostra attenzione è rivolta al "pricing power", ovvero alla capacità delle aziende di stabilire i prezzi.
I mercati hanno subito una correzione generale
Il Nasdaq - con la sua forte componente tech - a maggio è entrato in un "mercato orso" (un calo del 20% rispetto al picco più recente). L'S&P500 e lo Stoxx600 Europe lo hanno seguito a giugno. Dopo anni di sottoperformance, l'azionario britannico ha resistito relativamente bene, con un calo del 12% (dividendi inclusi). L'alta percentuale di società nel settore dell'energia e delle materie prime nell'indice britannico ha sostenuto il FTSE, così come l'esposizione a grandi società farmaceutiche come AstraZeneca e GlaxoSmithKline.
Il 2022 è stato un anno difficile per l'azionario. Il conflitto in Ucraina ha provocato un'impennata dei prezzi dell'energia e delle materie prime, un crollo del mercato azionario globale e un'elevata volatilità. La recessione appare probabile, in Europa e forse anche negli Stati Uniti. Aumenta anche il rischio di un periodo prolungato di "stagflazione".
Che l'esito finale sia di recessione o stagflazione, le implicazioni per gli utili aziendali sono negative. È probabile che i margini si riducano nei prossimi mesi. In questo contesto, la nostra attenzione è rivolta al "pricing power", ovvero alla capacità delle aziende di stabilire i prezzi.
I mercati hanno subito una correzione generale
Il Nasdaq - con la sua forte componente tech - a maggio è entrato in un "mercato orso" (un calo del 20% rispetto al picco più recente). L'S&P500 e lo Stoxx600 Europe lo hanno seguito a giugno. Dopo anni di sottoperformance, l'azionario britannico ha resistito relativamente bene, con un calo del 12% (dividendi inclusi). L'alta percentuale di società nel settore dell'energia e delle materie prime nell'indice britannico ha sostenuto il FTSE, così come l'esposizione a grandi società farmaceutiche come AstraZeneca e GlaxoSmithKline.
La forza dei prezzi delle materie prime sta innescando uno straordinario aumento degli utili e dei flussi di cassa per le società del settore energetico e minerario. In questo contesto, ha certamente senso mantenere un'esposizione a questi settori per il momento.
Tuttavia, sia per i consumatori che per le aziende, la combinazione di inflazione dilagante e aumento dei tassi di interesse sta già avendo un impatto negativo. La "distruzione della domanda" si sta manifestando in molti settori, con conseguenze sugli utili.
La nostra attenzione rimane quindi rivolta al "pricing power": la capacità di trasferire gli aumenti dei costi senza compromettere la domanda. Ci sono settori in cui il potere di determinazione dei prezzi è generalmente molto forte: il settore sanitario, ad esempio, è guidato dall'innovazione, e molte società hanno uno o più prodotti unici che danno loro la possibilità di stabilire i prezzi e far crescere gli utili.
La tecnologia, in particolare l'ambito dei software, ma sempre più spesso anche la produzione di semiconduttori all'avanguardia, è un altro settore in cui i singoli franchise sono riservati e ricercati, consentendo a queste aziende di prosperare in tempi difficili. Pochissime persone vorranno smettere di usare Microsoft Office: anzi, in un contesto di recessione potrebbero volerlo usare più che mai.
Un'ultima osservazione
Per ragioni comprensibili, il mercato oggi è incredibilmente concentrato sul breve termine. Tuttavia, sembra aver perso di vista i trend di fondo che probabilmente domineranno le nostre vite per molti anni a venire. Il cambiamento climatico è una realtà, eppure negli ultimi mesi le società legate al clima sono andate relativamente male.
La digitalizzazione è una realtà che sta accelerando enormemente dietro le quinte, eppure la tecnologia è stata una delle aree più deboli negli ultimi 12 mesi. I progressi nelle biotecnologie proseguono a ritmo sostenuto, ma anche in questo caso il settore è stato fortemente ridimensionato dopo la pandemia. Tuttavia, riteniamo che stiano emergendo grandi opportunità per gli investitori che hanno la capacità e la pazienza di guardare oltre le attuali turbolenze. Riteniamo che investire in queste aree di crescita strutturale ripagherà nel lungo periodo.
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