Ecco perché DeepSeek non cambierà la traiettoria degli investimenti in IA
Reazione del mercato e interpretazioni errate
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Le prime settimane del 2025 sono iniziate con alcune turbolenze nei mercati azionari globali a causa di una serie di eventi disruptive. Ad esempio, la nuova amministrazione di Donald Trump sta cercando di introdurre dazi commerciali, sollevando preoccupazioni sull'inflazione e sulle catene di approvvigionamento globali.
Tuttavia, in cima alla lista degli eventi dirompenti c'è stato il caso DeepSeek, una (ex) startup cinese di intelligenza artificiale poco conosciuta. La società ha innervosito i mercati a fine gennaio con il rilascio di un modello linguistico di grandi dimensioni che ha fornito prestazioni paragonabili a modelli mainstream ben noti ma, soprattutto, a un costo significativamente inferiore.
Reazione del mercato e interpretazioni errate
La reazione immediata del mercato è stata di preoccupazione, con diversi attori importanti nella catena di fornitura dell'intelligenza artificiale che hanno subito forti cali. Questa reazione sembrava giustificata: se i modelli di IA leader possono ora essere sviluppati a un costo significativamente inferiore, potrebbe essere necessario un investimento inferiore a quanto si pensasse in precedenza. Questo ragionamento sembrava guidare i movimenti del mercato, poiché sono sorte preoccupazioni sul fatto che le aziende che investivano pesantemente nelle infrastrutture di IA potessero ridimensionare i loro piani di spesa.
Tuttavia, questo ragionamento trascura una dinamica chiave: l'“elasticità” della spesa per l'IA. Sebbene i costi di fornitura dell'intelligenza artificiale siano diminuiti in modo significativo nel corso degli anni, le aziende hanno continuato ad aumentare gli investimenti nelle relative infrastrutture. Perché? Ci sono due ragioni principali.
In primo luogo, i guadagni in termini di efficienza vengono reinvestiti. Man mano che i costi diminuiscono, le aziende reinvestono i risparmi per costruire sistemi di IA ancora più avanzati. In secondo luogo, i costi più bassi favoriscono una più rapida adozione da parte dei clienti: man mano che l'intelligenza artificiale diventa più economica, l'accessibilità aumenta e le aziende sono più disposte a sperimentare, innovare e utilizzare l'IA, il che porta a una maggiore domanda complessiva di tali infrastrutture.
Gli investitori nell'IA non hanno ridotto i piani di spesa
Sebbene l'innovazione di DeepSeek sia indubbiamente importante, riteniamo improbabile che faccia ridurre la spesa complessiva per le infrastrutture di intelligenza artificiale. Nelle settimane successive alla comparsa di DeepSeek, i principali investitori in tali infrastrutture, tra cui grandi aziende come Amazon, Microsoft, Google e Meta, hanno ribadito e in alcuni casi persino aumentato i loro piani di spesa in conto capitale. In questa fase, sembrerebbe che non vedano alcun motivo per ridurre gli investimenti.
Questo ci porta a credere che DeepSeek non abbia cambiato e non cambierà la traiettoria degli investimenti nell'IA. Per essere chiari, l'IA rimane un investimento tematico con rischi intrinseci. Tuttavia, questi rischi non sono aumentati con l'emergere di DeepSeek. Il quesito principale, ovvero se la domanda di IA si concretizzerà nella misura prevista dagli investitori in infrastrutture, rimane invariato.
Una delle maggiori preoccupazioni è l'assenza di casi d'uso definitivi dell'IA che possano fare la differenza. Anche se questo crea incertezza, abbiamo già visto la monetizzazione dell'IA in settori come la pubblicità (Meta) e prevediamo l'emergere di applicazioni del tutto inedite. Dopo tutto, pochi avrebbero potuto prevedere la nascita di Uber dall'adozione di Internet mobile.
L'IA continua a essere un potente tema di investimento ma, data la natura in rapida evoluzione della tecnologia, è essenziale un attento monitoraggio degli sviluppi e una filosofia di investimento disciplinata.
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