Introduzione
L’indice S&P 500 ha registrato la peggior performance trimestrale dall’ultima crisi finanziaria globale dal momento che gli asset rischiosi hanno ceduto gran parte dei guadagni realizzati nel 2019. I mercati azionari hanno avuto un inizio anno promettente sulla scia del miglioramento dei dati macroeconomici e delle prospettive di una riduzione delle tensioni geopolitiche, soprattutto sul fronte degli scambi USA-Cina. Tuttavia, la diffusione del Covid-19 e il potenziale impatto negativo sull’economia globale e sugli utili societari hanno provocato il crollo delle piazze azionarie di tutto il mondo e l’S&P 500 ha registrato la terza maggior perdita giornaliera della sua storia. Al contempo, il petrolio ha attraversato il peggior trimestre di sempre per via delle attese di una flessione della domanda mondiale dovuta al coronavirus e dell’aumento della produzione da parte dei Paesi dell’OPEC. Per contro, i consistenti stimoli monetari introdotti dalle autorità di tutto il mondo hanno sostenuto i beni rifugio, come le obbligazioni governative e l’oro. I Treasury USA hanno evidenziato il miglior andamento trimestrale dall’ultima crisi finanziaria globale grazie alle nuove misure di quantitative easing (QE) adottate dalla Federal Reserve (Fed).
Guardando al 2020, sembra che il Covid-19 abbia fatto cadere l’economia globale in una grave recessione, tanto che in termini di crescita l’anno in corso potrebbe rivelarsi il peggiore dagli anni ‘30. Prevediamo un significativo rallentamento dell’attività economica nel T2 dovuto al lockdown e alle limitazioni agli spostamenti delle persone nelle principali economie mondiali. Ci aspettiamo una normalizzazione dell’economia entro il T3 grazie agli interventi in ambito monetario e fiscale a sostegno di una forte ripresa della crescita. Tuttavia, il rischio nel nostro scenario di base è rappresentato dalla permanenza del coronavirus e dalla ricomparsa dell’infezione che porterebbe a una seconda ondata di chiusure, causando un doppio crollo dell’attività globale.
In termini di asset allocation, le considerevoli iniezioni di liquidità da parte della Fed ci hanno spinti a incrementare nuovamente gli investimenti nel debito investment grade poiché le valutazioni appaiono interessanti. Per contro, sottopesiamo le azioni, che devono ancora elaborare il significativo impatto del coronavirus sugli utili societari. In ambito azionario privilegiamo i titoli emergenti a scapito di quelli statunitensi poiché i primi presentano valutazioni allettanti e beneficiano di una maggior liquidità in dollari USA. Al contempo, i bond sovrani continuano a offrire meno valore rispetto alle azioni, ma garantiscono la copertura del portafoglio in uno scenario più deflazionistico.
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