Eurozona: Lo squilibrio dell’economia frenerà la crescita e i tagli dei tassi della Bce
Analisi e previsioni per i prossimi mesi
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Una crescita sbilanciata significa che è improbabile che l'economia dell'Eurozona registri la performance prevista in precedenza e che l'inflazione sarà relativamente vischiosa. Di conseguenza, mentre ci aspettiamo che la Bce proceda ad altri tagli dei tassi d’interesse nei prossimi mesi, le previsioni dei mercati, secondo cui i tassi raggiungeranno il 2% l'anno prossimo, sembrano ottimistiche.
Abbiamo ridotto le nostre previsioni di crescita del Pil dell'Eurozona allo 0,8% quest'anno e all'1,3% nel 2025, rispettivamente dallo 0,9% e dall'1,8%. Nel breve termine, il PMI composito dell'Eurozona è calato ancora a una media di 50,7 a luglio e agosto, da 51,5 nel secondo trimestre, il che è coerente con un rallentamento della crescita del Pil allo 0,2% circa su base trimestrale nel terzo trimestre. Inoltre, i dettagli dei PMI sono preoccupanti. Mentre i settori rivolti ai consumatori sembrano registrare una buona performance, l'economia deve fare i conti con una crescita a doppia velocità e sbilanciata, mentre il settore manifatturiero rimane ancora molto indietro.
Parte della debolezza del settore manifatturiero è dovuta a fattori ciclici, a fronte della ripresa dell’industria dalla recessione nel 2023. Ma non completamente. Dopo tutto, i solidi PMI del comparto dei servizi nell'Eurozona implicano che le condizioni della domanda interna non sono deboli. Inoltre, il comparto manifatturiero di regioni come l'Asia sta andando meglio e sta superando sempre più i rivali europei. Ciò suggerisce che potrebbe registrarsi una perdita permanente di quota di mercato a causa degli elevati costi dell'energia e del lavoro. Ciò ha rappresentato un problema particolare per l'economia tedesca, che, a nostro giudizio, crescerà solo dello 0,1% quest'anno, con un miglioramento fino a circa l'1% nel 2025.
Di conseguenza, sarà la domanda interna a guidare la ripresa. La spesa delle famiglie è già relativamente solida, poiché i bassi livelli record di disoccupazione hanno sostenuto la crescita dei salari. Inoltre, i consumatori hanno goduto di un'ulteriore spinta ai redditi reali, grazie ai consistenti cali dell'inflazione degli ultimi diciotto mesi.
Tuttavia, è improbabile che l'inflazione scenda ulteriormente da questi livelli. L'inflazione headline è calata leggermente nel secondo trimestre, con una flessione media del 2,3% rispetto al 2,4% nel primo trimestre. Tuttavia, mentre l'inflazione nei comparti alimentare ed energetico ha continuato a calare, l'inflazione core è rimasta bloccata appena al di sotto del 3%. Sono presenti segnali che indicano che la crescita dei salari sta iniziando a raffreddarsi, ma potrebbero essere difficili ulteriori cali significativi dell'inflazione core.
Dopo aver tagliato i tassi di 25 pb in occasione della riunione sulla politica monetaria di giugno, la Bce ha segnalato l'intenzione di procedere a un ulteriore e graduale allentamento della politica monetaria. Prevediamo che il Consiglio direttivo taglierà i tassi di 25 pb per altre quattro volte a cadenza trimestrale, prima di concludere il ciclo di allentamento a metà del 2025, così da contenere le sottostanti pressioni sui prezzi. Ciò lascerebbe i tassi di rifinanziamento e di deposito a livelli relativamente restrittivi, rispettivamente del 3,25% e del 2,75% – 25 pb in più rispetto a quanto ipotizzato in precedenza e molto al di sopra delle attuali quotazioni di mercato, che prevedono una discesa dei tassi fino al 2%.
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