La primavera dei mercati privati: i trend globali favoriscono le occasioni di acquisto
Una panoramica delle opportunità offerte dalle diverse asset class, dal private equity all’immobiliare
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Guardando all’universo dei mercati privati, notiamo un generale ritorno ai livelli pre-pandemici in termini di fundraising, attività d’investimento e valutazioni. Questo dipinge uno scenario favorevole per i nuovi investimenti, specialmente se allineati alle dinamiche di ampio respiro legate alla decarbonizzazione, alla deglobalizzazione e agli sviluppi demografici, nonché alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Sebbene i tassi d’interesse rimarranno tendenzialmente più alti più a lungo, nel breve e medio termine prevediamo che l'allentamento dell'inflazione e le politiche monetarie potenzialmente espansive forniranno una spinta agli investimenti nei mercati privati.
Nonostante le nostre prospettive siano generalmente positive, riteniamo che, dati i rischi geopolitici e di escalation dei conflitti in corso, sia essenziale mantenere un'elevata selettività e una solida diversificazione all'interno delle allocazioni. Di seguito, una panoramica delle opportunità che riteniamo più interessanti nelle diverse asset class.
Private equity
Siamo convinti sostenitori di un approccio altamente selettivo, focalizzato sulle opportunità allineate con i trend globali (decarbonizzazione, deglobalizzazione, demografia) e in grado di catturare un premio di complessità. Nel 2023, il fundraising è rimasto essenzialmente concentrato su grandi fondi, e questo è uno dei motivi che ci fanno preferire le strategie su piccole e medie imprese, di tipo buyout. Le riteniamo più interessanti rispetto a quelle di maggiori dimensioni alla luce di un contesto più favorevole in termini di dry powder e di uno sconto di valutazione nell’ordine di circa 6x EV/EBITDA. Le operazioni small-mid beneficiano anche di un’exit strategy aggiuntiva, rappresentata dalla possibilità di vendere le società in portafoglio a fondi di buyout più grandi.
Consideriamo allettanti i coinvestimenti perché rispondono a un'esigenza critica delle strutture di capitale, soprattutto in seguito al ritiro delle banche dal mercato dei prestiti e alla riduzione della leva finanziaria nelle operazioni. Gli investimenti guidati da General Partner su singoli asset possono consentire periodi di detenzione più brevi e un potenziale di rialzo più elevato, con loss ratio inferiori rispetto ai tradizionali investimenti secondari guidati da Limited Partner.
Le imprese in fase di avviamento (seed) e in fase iniziale (early stage) rappresentano il motore della rivoluzione nel campo dell'intelligenza artificiale, delle tecnologie energetiche dirompenti e delle biotecnologie. Gli investimenti nelle fasi iniziali beneficiano di fundraising particolarmente disciplinati, il che si traduce in valutazioni di ingresso più conservative. Gli investimenti growth o in fase avanzata affrontano invece rischi di rifinanziamento e di valutazione più elevati, a causa di un calo nel fundraising nell’ambito del venture capital e di una finestra di IPO che tarda a riaprirsi.
A livello geografico, sono interessanti il Nord America, l'Europa occidentale, la Cina e l'India. Nello specifico, riteniamo il mercato indiano particolarmente promettente grazie alle sue solide prospettive economiche nel lungo termine, al rapido sviluppo del settore del private equity e a un ampio panorama di società private in forte crescita.
Private debt e credito alternativo
Con le banche in ritirata sul fronte dei prestiti, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa, e il crollo dei premi al rischio nel mercato del debito liquido, i settori del private debt e private credit appaiono molto interessanti. Abbiamo assistito a un innalzamento dell’income nella maggior parte dei mercati e, nonostante il picco dei tassi nel mondo sviluppato, riteniamo che rimarrà a livelli più elevati rispetto agli ultimi due decenni. Ciò rende le strategie income particolarmente allettanti, suggerendo di riallocare capitale verso queste opportunità. In questo ambito privilegiamo investimenti che beneficiano di inefficienze nella fornitura di capitale, tra cui:
- Income difensivo da debito infrastrutturale con flussi di cassa stabili e a bassa volatilità;
- Income opportunistico da settori in difficoltà che causano bias emotivi, come il debito immobiliare;
- Income non correlato offerto da settori come i titoli legati alle assicurazioni, il cui andamento è indipendente rispetto alle condizioni macroeconomiche;
- Strategie di diversificazione dell’income che beneficiano dei cambiamenti nella regolamentazione bancaria, come i finanziamenti garantiti da asset, o di settori con accesso limitato al capitale, come la microfinanza.
Infrastrutture
Favorito dalla spinta al “net zero”, il segmento della transizione energetica è particolarmente attraente per la sua forte correlazione con l'inflazione e l’elemento di garanzia dell’income. Le tecnologie legate alle rinnovabili, come l'idrogeno, le pompe di calore, le batterie e la ricarica dei veicoli elettrici, svolgeranno un ruolo cruciale nel facilitare la decarbonizzazione di settori come i trasporti, il riscaldamento e le industrie pesanti.
Attualmente, con una base di circa 600 miliardi di euro installati in Europa, le energie rinnovabili rappresentano il 40-45% delle transazioni infrastrutturali. Le proiezioni indicano che entro i primi anni del 2030 le infrastrutture legate alle rinnovabili potrebbero più che raddoppiare, raggiungendo i 1.300 miliardi di euro, che rappresenterebbero la maggioranza degli asset investibili nella finanza infrastrutturale.
Al momento esiste un divario significativo tra l'elevato volume di progetti rinnovabili e i limitati investimenti di capitale. Questo, unito all'aumento dei tassi d'interesse, ha portato a una rivalutazione dei rendimenti attesi, rendendo l'attuale contesto di mercato un punto di ingresso attraente. Allo stesso tempo, l’asset class ha dimostrato resilienza grazie al suo legame con l’inflazione, che nel 2023 ha sostenuto le notevoli performance dei portafogli esistenti.
Immobili
Il mercato immobiliare ha subito correzioni di valore, con gradi di aggiustamento diversi a seconda delle regioni, dei settori e delle strutture di investimento, generando interessanti opportunità di accesso.
I mercati occupazionali rimangono solidi, con previsioni di crescita per la maggior parte dei settori immobiliari, in particolare quelli con supporto strutturale. Nonostante la domanda sia più debole, le condizioni di offerta limitate, dovute all'aumento dei costi di costruzione e di finanziamento del debito, sostengono il reddito da locazione. La mancanza di spazi di alta qualità conformi agli aspetti ESG stimolerà, con la ripresa economica, la crescita degli affitti.
Opportunità immediate sono presenti nei mercati a rapido repricing, come il Regno Unito e la regione nordica, seguiti dagli Stati Uniti e da altri mercati dell'Europa continentale. Nell'Asia-Pacifico sono interessanti le opportunità cicliche che si allineano alla ripresa ritardata della Cina o alla rilocalizzazione delle catene di fornitura. Gli asset industriali e logistici sono tornati a prezzi interessanti, sostenuti da solidi fondamentali. Privilegiamo gli immobili operativi con una forte spinta sul fronte della domanda e un potenziale di reddito legato all'inflazione, sia direttamente che indirettamente.
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