Autori
Il coronavirus minaccia di far deragliare la ripresa della crescita economica globale, iniziata nell'ultima parte del 2019. Gli indicatori economici a gennaio continuavano a mostrare un miglioramento dell'attività. Tuttavia, la fiducia nella sostenibilità di tale ripresa è stata minata dal virus, ufficialmente noto come COVID-19, che ha portato a quarantene e chiusure di grandi bacini economici cinesi. Il virus si è ora diffuso in molte altre parti del mondo, con Corea, Giappone e Italia particolarmente colpite.
L'impatto di breve termine del COVID-19 è significativo e, soprattutto a causa del virus, abbiamo ridotto le nostre previsioni per la crescita globale nel 2020 al 2,3% dal 2,6%. Un risultato simile renderebbe quest'anno il più debole dal 2009, al culmine della crisi finanziaria globale.
Negli Stati Uniti, l'attività del primo trimestre sta subendo gli effetti della decisione di Boeing di bloccare la produzione del suo aeroplano 737 MAX. Ciò, sommato all'impatto del COVID-19, dovrebbe portare a una crescita piatta nel primo trimestre e abbiamo quindi abbassato le nostre previsioni di crescita del Pil Usa per il 2020 all'1,6% dall'1,8%.
Con la Cina all'epicentro della crisi del coronavirus, non dovrebbe sorprendere che abbiamo ridotto le stime di crescita per i mercati emergenti dal 4,5% al 4,1%. La Cina rappresenta la causa maggiore di tale riduzione delle aspettative: abbiamo infatti diminuito le previsioni per la sua crescita dal 6% al 5,5%, anche assumendo una risoluzione relativamente rapida della diffusione. Più del 10% dei giorni lavorativi del primo trimestre sono stati persi e il ritorno al lavoro sarà graduale, data la necessità di misure di quarantena e una forza lavoro ridotta dopo le vacanze per il Capodanno cinese.

L'Eurozona ha visto una fine del 2019 deludente, con una domanda esterna debole e proteste in Francia e Italia che hanno pesato sulla crescita. Ci aspettiamo che la domanda domestica resti solida nel nostro orizzonte di previsione, ma la disruption creata dal coronavirus avrà probabilmente un impatto significativo, anche se di breve termine. Per i maggiori esportatori, è probabile che le catene di approvvigionamento verranno impattate, riducendo sia l'offerta di beni intermedi importati che la domanda per beni finiti e capitali, soprattutto dall'Asia. Anche in questo caso abbiamo ridotto le nostre stime di crescita dell'Eurozona per il 2020 dall'1,2% allo 0,9%.
Probabilmente Francia e Italia vedranno una riduzione dell'attività legata al turismo. Ciò sommato alla diffusione del coronavirus dovrebbe bastare per portare l'Italia in recessione tecnica nel primo trimestre.
L'inflazione resta relativamente positiva a livello globale nelle nostre previsioni, crescendo al 2,6% quest'anno prima di scendere al 2,3% nel 2021. La discesa dei prezzi di petrolio e commodity, insieme agli effetti differiti del rallentamento dell'anno scorso, dovrebbero mantenere i prezzi sotto controllo. È probabile che i salari aumenteranno, dato che i mercati del lavoro restano rigidi.
Nei mercati emergenti ci aspettiamo che la disruption nella catena di approvvigionamento, combinata con le pressioni inflazionistiche esistenti (soprattutto legate ai prezzi dei beni alimentari), potrebbe soffocare gli effetti della domanda sui prezzi e portare a un'inflazione più elevata, soprattutto in Cina. In questo contesto, i policymaker potranno mantenere la politica monetaria accomodante o tagliare ulteriormente i tassi.
I recenti sviluppi hanno aumentato la nostra convinzione che la Fed farà ulteriori mosse accomodanti ad aprile. Ci aspettiamo anche una riduzione dei tassi di riferimento in Cina nel 2020. Con previsioni sulla crescita e sull'inflazione più basse, continuiamo ad aspettarci che la BCE taglierà i tassi di deposito da -0,5% a -0,6%, ma abbiamo posticipato tale previsione al secondo trimestre.
Nel Regno Unito, le nostre previsioni sulla crescita e sull'inflazione indicano un aumento dei tassi nel 2021, anche se la BoE si impegnerà a procedere lentamente. La Banca Centrale giapponese probabilmente manterrà i tassi invariati.
Informazioni importanti: le opinioni e i pareri contenuti nel presente documento non rappresentano necessariamente la visione aziendale formulata in altre comunicazioni, strategie o comparti di Schroders. Il presente documento ha scopo meramente informativo e non deve essere inteso quale offerta o una sollecitazione ad acquistare o a vendere qualsivoglia tipo di strumento finanziario o titolo o al fine di adottare una determinata strategia di investimento. Le informazioni qui contenute non rappresentano una consulenza, una raccomandazione o materiale di ricerca finalizzato all'investimento e non tengono in considerazione le specificità dei singoli destinatari. Il presente materiale non intende fornire una consulenza contabile, legale o fiscale e non deve essere utilizzato in tal senso. Schroders ritiene attendibili le informazioni qui contenute ma non ne garantisce la completezza o la precisione. Schroders non si assume alcuna responsabilità per fatti o giudizi errati. Nell'assumere le proprie decisioni strategiche e/o sulle singole operazioni finanziarie, gli investitori non devono fare affidamento sulle opinioni e sulle informazioni riportate nel presente documento. I rendimenti passati non sono un indicatore dei risultati futuri, i prezzi delle azioni e l'utile che ne deriva possono sia aumentare che diminuire e gli investitori potrebbero non recuperare l'importo investito in origine. Pubblicato da Schroder Investment Management (Europe) S.A., 5, rue Höhenhof, L-1736 Senningerberg, Luxembourg.
Registro Imprese Lussemburgo: B 37.799. Distribuito da Schroder Investment Management (Europe) S.A., Succursale italiana, Via della Spiga 30, 20121 Milano. Per vostra sicurezza, le comunicazioni possono essere registrate o monitorate.
Autori
Argomenti
