USA: poco probabile che la spesa dei consumatori statunitensi rallenti
Non vediamo la necessità di modificare le probabilità attribuite ai nostri scenari.
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Le nostre prospettive sono sostanzialmente invariate rispetto all'ultimo aggiornamento di un mese fa. Come sempre, nel frattempo ci sono state notizie significative (continueremo a seguire da vicino gli eventi in Medio Oriente), ma analizzando i dati economici ricevuti nell'ultimo mese, non vediamo la necessità di modificare le probabilità attribuite ai nostri scenari.
Continuiamo a ritenere che l'esito più probabile sia un atterraggio morbido (soft landing) al 65%, con una leggera prevalenza dell'ipotesi di un mancato atterraggio (no landing) al 20% – in cui la Fed non è disposta o non è in grado di procedere ad alcun taglio nel 2025 – rispetto al rischio di un atterraggio duro.
Le nostre probabilità rimangono invariate rispetto al mese scorso.
Source: Schroders Global Unconstrained Fixed Income team, 16 June 2025
For illustrative purposes only. "Soft landing" refers to a scenario where economic growth slows and inflation pressures ease, allowing modest further rate cuts; “hard landing” refers to a sharp fall in economic activity and deeper rate cuts are deemed necessary; “no landing” refers to a scenario in which inflation remains sticky and interest rates may be required to be kept higher for longer.
Solo a scopo illustrativo. Per “Soft landing” si intende uno scenario in cui la crescita economica rallenta e le pressioni inflazionistiche si attenuano, consentendo ulteriori modesti tagli dei tassi; per “Hard landing” si intende un brusco calo dell'attività economica che rende necessari tagli più consistenti dei tassi; per “no landing” si intende uno scenario in cui l'inflazione rimane elevata e potrebbe essere necessario mantenere i tassi di interesse più elevati per un periodo più lungo.
Andando avanti alla meno peggio
Come siamo giunti a questa conclusione? Partiamo dall'economia statunitense, che rimane il pilastro dei mercati finanziari globali. Nel complesso, l'economia ha registrato risultati in linea con le nostre aspettative: i dati ufficiali (“hard data”) di aprile e maggio hanno mostrato un rallentamento, ma non sono stati disastrosi, mentre i dati sul sentiment (sondaggi o dati soft) sono migliorati. Il mercato del lavoro rimane stabile, mentre i dati sull'inflazione non riflettono ancora pienamente l'impatto dell'aumento dei prezzi dovuto ai dazi e finora sono stati ben contenuti.
In che direzione stiamo andando?
Se l'incertezza creata dalla politica del governo sta frenando la crescita degli Stati Uniti, restiamo fiduciosi che continuerà ad espandersi a un ritmo discreto, anche se non spettacolare. Ciò è dovuto in gran parte all'improbabilità di un forte rallentamento dei consumi, vista la forte crescita dei redditi reali, cioè dei redditi al netto dell'inflazione. Ciò è stato determinato principalmente dall'aumento del sostegno fiscale da parte del governo. Sebbene ciò sia negativo per la sostenibilità del debito a lungo termine, nel breve termine rappresenta un fattore di sostegno per i consumi e quindi per la crescita.
Cosa potrebbe cambiare questa situazione?
Come sempre, un significativo indebolimento del mercato del lavoro sarebbe il fattore chiave per mostrare una maggiore preoccupazione sulle prospettive di crescita. Continueremo a monitorare attentamente una serie di dati sul mercato del lavoro, prestando particolare attenzione alle richieste di sussidi di disoccupazione, che sono aumentate di recente.
La fine della corsa
Nell'Eurozona, il principale sviluppo dell'ultimo mese è stato il riconoscimento da parte della Banca centrale europea (Bce) che ci stiamo avvicinando, se non siamo già arrivati, alla fine del ciclo di tagli dei tassi d'interesse. Riteniamo che le ragioni per ulteriori tagli dei tassi d'interesse siano limitate, alla luce del miglioramento della crescita in tutta la regione e della politica fiscale sempre più espansiva, in particolare la spesa pubblica.
Nel frattempo, nel Regno Unito si registrano segnali più evidenti di un rallentamento del mercato del lavoro e di un raffreddamento delle pressioni inflazionistiche sottostanti, come la crescita dei salari. Riteniamo che le aspettative del mercato di un tasso terminale relativamente più elevato nel Regno Unito (il tasso di interesse alla fine dell'attuale ciclo) offrano opportunità, poiché prevediamo una certa convergenza con le altre principali banche centrali.
Alla ricerca di opportunità
Per quanto riguarda i tassi, continuiamo ad avere un orientamento neutrale sulla duration complessiva (rischio di tasso d'interesse) e preferiamo invece operazioni di steepening della curva negli Stati Uniti, espresse attraverso una posizione lunga sul punto a 5 anni della curva con una corrispondente posizione corta sul 30 anni, e opportunità cross-market (ad esempio, Gilt lunghi contro Canada e Germania).
Nel credito societario, dopo la forte performance positiva, abbiamo abbassato il nostro punteggio per il CDX high yield statunitense (indici di credit default swap) in quanto l'argomento della valutazione si è indebolito.
Manteniamo un punteggio negativo sull'investment grade (IG) complessivo, date le valutazioni costose, ma restiamo relativamente più positivi sui titoli a più breve scadenza all'interno di questo settore.
I titoli garantiti da ipoteca (MBS) delle agenzie statunitensi rimangono la nostra prima scelta nell'asset allocation, in quanto continuano a offrire rendimenti relativamente più elevati e una volatilità inferiore rispetto alle società IG statunitensi.
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